giovedì, ottobre 27, 2005

Persone preziose

Cosa siamo di fronte al resto del mondo?
La domanda è impegnativa quanto la risposta, il solo porre la questione va fatto in modo delicato e ragionato. Anche per evitare che nell'imbarazzo, chi ascolta, ci risponda una qualsiasi sciocchezza.

Un attento analizzatore di scene digitali (o perlomeno così le definisce lui), ci racconta del compleanno di un signore americano, molto ricco.
Nei dettagli, Vittorio Zambardino racconta di come vede lui Bill Gates.

In soldoni ci spiega che lui vorrebbe tenere le distanze da mr. Gates, ma non può esimersi dall'ammirarlo, perché nel suo luci e ombre vede le luci splendere più di altre.
Più di quelle di Steve Jobs, co-fondatore di Apple e detentore di un'immagine carismatica.
Zambardino vuole mostrarci come l'innovatore Gates lavori nell'ombra, anziché nell'immagine della sua azienda, ovvero producendo molto di più di quanto si veda.

Nella sua versione moderna del cinque maggio, dedicata a questo nuovo imperatore, il buon Zambardino si sporge su un abisso pericoloso.
Non si trattiene dal raccontare dei successi nel mondo informatico, ma anche di quelli nel campo della medicina, in cui mr. Gates sarebbe incorso.
Quel che Zambardino ignora sono forse alcuni scomodi dettagli, come quelli pubblicati in un articolo de il Venerdì de la Repubblica, alcuni mesi orsono -- quindi dello stesso gruppo editoriale che foraggia pure lui.

Nel settimanale allegato al quotidiano la Repubblica, uscì qualche mese fa un articolo piuttosto scioccante, relativamente all'infezione da HIV e l'emergenza AIDS in Africa.
La parte che ho trovato scioccante non è quella che ci propone la televisione deficiente a cui siamo abituati, non si trattava delle solite decine di migliaia di morti, che ormai non c'interessano più -- anche se per Natale cercano di farcelo ricordare.

L'articolo dettagliava piuttosto delle ricerche in corso per un vaccino contro l'HIV, con i suoi test sulla popolazione.
Sì, test sulle persone, quelli che qui non sarebbero possibili (e immagino neppure negli USA).
Non su soggetti HIV positivi, quelli magari riuscirebbero a farli anche negli USA, convincendo un po' di malati. I test vengono fatti su persone sane, per verificare una vaccinazione preventiva.
Sfortuna vuole che si tratti di test, per cui magari il soggetto sano si ammala pure. Di una malattia difficilmente curabile, mi dicono.

La benefica fondazione di William e Melissa Gates, offre generosamente denaro per questa infausta ricerca.
Una ricerca che arruola giovani prostitute analfabete per dei test, in cui firmeranno con una croce un dossier di fogli, che in mezzo alla lingua legalese (incomprensibile anche per chi è mediamente alfabetizzato) dichiarano che in caso di contrazione d'infezione da HIV, la compagnia farmaceutica risolverà il contratto. Senza nessuna assistenza sanitaria.

Se per una guerra si arruola carne da cannone (e gli USA hanno già sparato tonnellate di carne della stessa nazione, in Iraq), per l'industria del farmaco il signor Gates ha ben pensato di sparare carne meno costosa.

L'articolo de il Venerdì mi sorprese poi per il modo diretto in cui tutto era documentato.
Evidentemente non sorprese solo me.
Nel giro di un altro paio di settimane apparse un secondo articolo, con altri redattori, che partiva da ben altri proponimenti. Più vicini a quelli di Zambardino, anzi, più entusiasti. Le cavie umane, ignoranti e malate, erano sparite, per la buona immagine del signor Gates e signora.

Viene da chiedersi: Zambardino ha creato un'immagine perché è anche lui un servetto?
Non lo credo, sono piuttosto dell'avviso che sia finito nella banale trappola, nel meccanismo che Gates è riuscito perfettamente a mettere assieme.

Nessun commento: