lunedì, ottobre 20, 2008

Appelli firmati

Non passa giorno che qualcuno manchi di chiederci una firma, a testimoniare il nostro impegno. Ripensavo oggi, leggendo l'ennesimo appello di firme, a quale risultato ci portino davvero.
Quante di queste raccolte divengono davvero qualcosa di concreto?
Quando si firma per un referendum popolare, spesso se ne vede un risultato (mentre il risultato finale, quello del referendum, è spesso tutto da decifrare).
Nelle firme di solidarietà vedo però una difficoltà nel concretizzare. Oggi, su un quotidiano on-line, s'invocava la raccolta firme, già partita da dei premi Nobel, per sensibilizzare lo Stato contro le minacce che la camorra ha fatto ad un noto scrittore. Se anche le firme fossero innumerevoli, quale risultato produrrebbero?
Non dovrebbe essere già un dovere prioritario dello Stato, abbattere la criminalità organizzata? Il mio sospetto su questo caso è che se qualcosa di meglio poteva esser fatto, doveva essere già avvenuto. Il mio timore è che qualsiasi movimento popolare finisca per essere fine a se stesso, ovvero che alimenti soltanto il desiderio di esserci, di scegliere. Nei fatti, i risultati verso l'esterno divengono spesso irrisori.

Mi chiedo se questo tipo di coinvolgimento non sia più dannoso che utile. Un po' come certi forum e weblog: la comunicazione libera dona un senso di libertà, anche se finisce per alimentarsi di sé, chiudersi in un circolo vizioso. Tutti che si trovano d'accordo, si riuniscono, firmano proteste, ma chi dovrebbe leggerle le ignora tranquillamente.
La nostra libertà di parola è un calmante concesso da chi gode della libertà di azione?
Non so se firmerei per aver risposta al quesito.