venerdì, gennaio 16, 2009

Pubblicità ingannevole

Qualche giorno fa ho ascoltato con curiosità un articolo, sul telegiornale di RAI2, che parlava di un'iniziativa promozionale dell'ateismo. L'idea pare fosse partita da una scrittrice, di cui non ricordo nome o nazionalità, che aveva proposto l'affitto degli spazi pubblicitari su alcuni autobus, per veicolare messaggi specifici.

La curiosità era più per la rete televisiva e il programma relativo, che di solito mi appare nettamente schierato verso posizioni non certo simpatizzanti per l'ateismo. Poi è sopravvenuto il chiarimento, nella forma di un'intervista al signor Vittorio Messori, presentato come scrittore, giornalista, ex-ateo e ora fervente cattolico. Mentre per le interviste di economisti o scienziati la tendenza è di andare direttamente al colloquio, in questo caso è stata prima inserita un breve introduzione al personaggio, con le riprese video che vagavano intorno alla sua persona, che cammina in mezzo a librerie stracolme. E' un'immagine sempre d'effetto, soprattutto sugli spettatori più sempliciotti. Mi ricorda un vecchio amico, di bassa cultura, che vedendo qualche mia libreria mi chiedeva "ma questi libri... li hai letti tutti?", come se ogni libro letto mi avesse automaticamente trasformato in un esperto di qualche materia.
Il Messori ha fatto qualche considerazione generale, che neppure ricordo, più qualcuna in particolare, che mi ha fatto sorridere per l'apparente stupidità, ma che ho preso in considerazione per il serio significato.
L'ipotesi di base del Messori era questa: tutti i regimi autoritari dello scorso secolo, proponenti il comunismo, hanno cercato di sopprimere lo spirito religioso, che invece si è ribellato, ed è sopravvissuto, indicando come esso sia il bene, mentre l'ateismo è il male.

Ora, chi ha visto e ascoltato le altre notizie, nello stesso telegiornale, ed è dotato di senso critico, potrebbe avere delle serie perplessità, indipendentemente dalla posizione spirituale.
Il conflitto israeliano-palestinese, dove le basi della guerra sono fra due popoli di religione diversa, è fomentato dall'ateismo?
L'appoggio dei rappresentanti di una delle religioni più diffuse al terrorismo internazionale ha origine nell'ateismo?
E se usciamo dalle notizie di quel telegiornale: era forse ateo, l'Adolf Hitler del "Gott mit uns"?
Come mai, per far digerire ogni proposta di guerra, il presidente degli Stati Uniti d'America ce la condisce con la frase "è Dio a chiedercelo"?
L'ossimorico Messori avrebbe usato un paragone decisamente fuorviante, sicuramente pericoloso: in fondo è sempre stato un buon appiglio citare Dio in ogni grande decisione impopolare. Anche nei regimi da lui citati, come quello sovietico, o quello cinese, l'abolizione di Dio in realtà è puramente strumentale, in questo caso ai fini di togliere potere politico ai rappresentanti religiosi. Così come invece altri ordinamenti (dittatoriali o meno) ne hanno fatto uso per avere alleati politici, nei rappresentanti religiosi.
La questione religiosa, in quei termini, non ha quindi rilevanza nelle scelte del singolo, quanto nella manipolazione delle masse: se il punto è sull'essere religiosi oppure no, il Messori non ha detto proprio niente.

La notizia degli "ateobus" ha comunque avuto un po' di eco ancora per giorni, visto che a Genova c'è chi si propone di introdurla in versione italiana (le due iniziative originali erano in Spagna e in Gran Bretagna).
L'idea di apporre dei messaggi che recitano
La brutta notizia è che Dio non esiste.
Quella buona è che non ne hai bisogno.

ha scatenato le solite polemiche protezioniste, nel nostro Stato falsamente laico.

In un quotidiano di oggi però, leggo un piccolo trafiletto che fortunatamente ci chiarisce le idee.
Su indicazione di un senatore di AN, l'AGCM (Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato), ha aperto un fascicolo per pubblicità ingannevole, relativamente alla suddetta frase (che ancora non è apparsa su alcun autobus, ma solo in delle proposte).
Se ci leggiamo il Decreto Legislativo numero 146, del 2 agosto 2007, ci appare subito chiaro cosa regolamenti la pubblicità per non essere ingannevole. Anzitutto chi sono i soggetti: consumatori, prodotti, produttori, pratiche commerciali, e così via.
Insomma, non ci sono fraintendimenti: qui si vuole contrastare un prodotto che genera ritorni economici, denominato "Dio" oppure "religione", affermando che il prodotto è fasullo e/o truffaldino. Adesso sono nuovamente curioso, di vedere come potrà essere portato in tribunale il prodotto, e anche di come verrà quantificato il danno economico al produttore.