mercoledì, marzo 12, 2008

Dati numerici

La matematica non è un'opinione: con questa frase fatta tendiamo solitamente a credere ai numeri, ma non sempre.
Questa mia raccolta di opinioni personali, di citazioni e disamine, spesso parla di numeri, ma altrettanto spesso racconta di come la razionalità (anche numerica) sia in netto contrasto con l'emozionalità.

Qualche giorno fa mi sono imbattuto, navigando su internet, in un filmato, ripreso da un recente spettacolo (comizio, all'armi, quel che volete) del signor Beppe Grillo. Ora, chi già ha letto i miei precedenti articoli su questo signore, potrebbe aver già capito un punto fondamentale delle mie opinioni: parte spesso da ottime cause, ma impiega metodi rozzi, piuttosto dubbi, finanche demagogici.

Il punto era sulle centrali nucleari, o per essere precisi sulle centrali termonucleari per la produzione di energia elettrica.
La mia idea sull'argomento è sintetizzabile in poche frasi. Molti anni fa, votai per lo smantellamento delle centrali ad energia nucleare in Italia: una posizione che ancora oggi trovo corretta, per quei tempi. Nei tempi moderni, attuali, convengo che potrebbero fornire un valido aiuto alle necessità energetiche. Provvisto che si attui una corretta gestione del loro ciclo vitale, delle loro scorie. Certo sarebbe meglio se avesse successo un progetto come quello di ITER, per una futura generazione di reattori nucleari a fusione (nessuna scoria, nessuna fonte d'inquinamento, sicurezza nel funzionamento). Energia nucleare da fissione (la tecnica attuale) in Italia? Su questo nutro ancora forti dubbi, ma non riserve assolute come vent'anni fa. Cosa mi preoccupa? Le cose fatte all'italiana, approssimative. Mi preoccupano molto di più degli inconvenienti noti (scorie, sicurezza), perché vedo come si affrontano certe cose in Italia, ogni giorno: con molta leggerezza.

Il signore suddetto, nel suo intervento (nelle brevi frasi che ne ho ascoltato), si limitava a condannare l'uso dell'energia nucleare, senza troppe parole (come ho fatto sopra). Però citava un numero, a sostegno della sua tesi sulla inutilità delle centrali elettriche ad energia nucleare. Il numero della bestia era l'incidenza di queste sulla produzione elettrica mondiale: a sua detta solo il 5% del totale, praticamente inefficaci.
Pur non avendo dati a portata di mano, ho commentato con chi mi stava vicino, che mi sembrava una cifra un po' bassa, per non parlare poi di una stima ristretta alle nazioni industrializzate.
Ho ripreso così un documento già citato in passato, con i dati dell'Agenzia Internazionale per l'Energia (che dovrebbe saperne qualcosa).
I dati ufficiali, a marzo 2007:
STATUS - Some 443 nuclear power plants (370 GW) are
in operation world wide providing 16% of global
electricity supply (25% in OECD countries).
Ovvero, il 16% dell'energia globale, e se si contano i soli paesi OCSE si tratta del 25% della fornitura elettrica.
Insomma, nella migliore delle ipotesi quel signore ha sbagliato del 320%, se vogliamo parlare di dati numerici. Sempre che crediate negli incidenti e nelle distrazioni: che in matematica non sono ammesse.