giovedì, agosto 27, 2009

Fortunata inesistenza

La maggior parte della comunicazione e informazione, dai media più datati e ancora in voga (televisione, stampa) fino a quelli più moderni (espressi tramite internet), mi pare divisa in due evidenti categorie.
La prima categoria è quella più conservatrice, dove un'autorità superiore concede gli spazi e decide dei contenuti. E' un meccanismo rigido, che permette però di conservare il potere di comunicazione, a chi già lo detiene. Vale come esempio il recente caso di un film, a cui è stata negata la pubblicità sulle principali reti televisive italiane (pubbliche e private), perché il tema trattato è l'impoverimento culturale a causa della televisione stessa.

La seconda categoria dei canali di comunicazione e informazione è quella che identifichiamo oggi in internet, più specificamente in alcune applicazioni del web, quali certi forum e gruppi di discussione pubblici.
Qui diventa più difficile un controllo capillare, anche per chi dispone di un certo potere, economico o politico. La grande libertà di espressione disponibile rende infatti le censure più difficili, ma al tempo stesso permette un fenomeno già presente molto prima dell'era informatica: quello della destabilizzazione, della confusione. In qualsiasi discussione è sufficiente infatti qualche intervento mirato, ma non troppo diretto, per portarla alla deriva e svuotarne i contenuti. E' fin troppo faticoso (se non talvolta impossibile) contrastare dei fatti, ma è relativamente facile minare la serietà di chi li espone, addurre incertezze anche solo vagamente correlate all'esposizione iniziale, abbassare il livello di discussione fino allo scambio di epiteti.
Pochi riescono a rimanere al di sopra di questo metodo provocatorio, così in un ambito di discussione abbastanza vasto (come su internet) si giunge rapidamente alla confusione.

Quindi, la comunicazione ha due alternative principali: il plagio e la distorsione.
Se si riesce perciò a detenere il potere di decidere l'informazione, e senza fatica quello di trasformare in rumore indistinto le parole di chi si oppone, si è raggiunto un regime di monopolio, visto che si controlla l'unica informazione chiara, diramata da mezzi che non la presentano contraddittoria.
Il progresso di questo fenomeno è assai esemplare in questo Paese, dove il cambiamento è stato apportato a piccole dosi, affinché fosse recepito come normalità.
Un cambiamento improvviso avrebbe infatti indispettito molte persone, come con certi colpi di stato o repressioni popolari. E' evidente come il livello di stabilità di questo metodo soft sia piuttosto elevato, rispetto all'insorgere di altre dittature ed ai sovvertimenti delle rivoluzioni. Viene da credere che sia un notevole passo avanti rispetto alla Germania degli anni '30, in cui si era riusciti a far eleggere democraticamente un dittatore: in questo caso si è riusciti infatti a far appoggiare democraticamente, a posteriori, la necessità di uno governo autarchico. E' un successo che molti governanti invidiano o avrebbero invidiato, dalla Cuba di oggi, al Cile o l'Argentina del passato, per non parlare delle grandi nazioni asiatiche.

Fortunatamente questo weblog non viene letto, non esiste. Altrimenti anche qui si accalcherebbero i sostenitori e i detrattori, fino a sollevare sufficiente polvere da nasconderlo.