mercoledì, giugno 25, 2008

Vegetali animati

Già qualche giorno fa, su un quotidiano, leggevo uno scritto del signor Umberto Veronesi, riguardo l'alimentazione umana e il consumo di carne. Quest'oggi trovo un secondo articoletto, e visto che già la prima volta mi aveva sollecitato dei commenti ne colgo l'occasione.

C'è anzitutto un tema interessante per la salute umana, e riguarda le patologie connesse a un'alimentazione troppo pesante, rispetto alle nostre reali necessità. Sicuramente il Veronesi è ben preparato sull'argomento, visto che si occupa di scienze mediche da lungo tempo, e sono altrettanto confidente che queste problematiche, spesso citate anche da altri, siano di primaria importanza.

L'articolo, o meglio i due articoli, sono però incentrati su un altro argomento. Tanto che il quotidiano di oggi intitola la sua indagine con la Terra salvata dai vegetariani.
Ora, questa affermazione, per loro primaria, assurge in realtà verso il ridicolo.
Le prime affermazioni del Veronesi non parlano infatti di tesi scientifiche, di ricerche mediche, ma di questioni etiche. Il punto di partenza del Veronesi, come per molti altri sostenitori del vegetarianesimo, è di tipo etico e morale. Chiaro che ogni etica o morale sia poi del tutto soggettiva, ben lontana dal divenire scienza.
Il primo comandamento del vegetariano moderno è "non puoi mangiare un animale, se ami gli animali". La trasposizione inquietante viene dal "non puoi mangiare un essere umano, se ami gli esseri umani", passando per quella che io definisco solitamente etica disneyana, un'etica in cui l'antropomorfizzazione viene spinta verso gli estremi. Mangereste Paperino o Pippo?
Il Veronesi si arrischia per una china assai pericolosa, infervorato dall'avversione per la carne, arrivando perfino a scrivere "Non c'è una differenza biologica fra animali". Se avete mai letto o sentito, anche solo per sbaglio, il termine biodiversità, c'è da rimanere perplessi. Com'è possibile che uno scienziato la neghi?

Ancora più discutibile è il ragionamento economico. A detta del Veronesi, le colture vengono oggi sprecate per alimentare animali, anziché per l'uso diretto umano: con il dirottamento dell'alimentazione verso il vegetarianesimo si auspica la risoluzione della fame nel mondo.
Neppure la fantasiosa etica degli animali antropomorfi riesce a spiegare questa conclusione, neanche gli animali di La Fontaine riuscirebbero a crederci. Davvero questo signore crede che le potenti lobbies finanziarie, dietro alle multinazionali della nutrizione, devolverebbero tutto in beneficienza, con un calo dei consumi di carne?

Vedo sempre pericolosità nei fanatismi, nel caso migliore solo verso i singoli propositori, nel caso peggiore di riflesso su chi ne subisce l'influenza.

Insistendo su un argomento che dovrebbe essere scientifico, il Veronesi ci ribadisce che alimentarsi senza prodotti di origine animale mantiene comunque sani, senza che niente ci venga a mancare. Come coniuga la nostra incapacità biologica di assorbire certe vitamine, minerali o proteine altrettanto rapidamente? Un esempio classico è quello del ferro, che non possiamo metabolizzare tanto velocemente dalle verdure come dalla carne -- sempre che non crediate ai cartoon di Braccio di Ferro.
Dalla mia esperienza, con i conoscenti che seguono alimentazione vegetariana, è ricorrente la carenza vitaminica, la debolezza fisica e quella del sistema immunitario. Evidentemente non ho un campione significativo, oppure non ho alcun interesse a perorare una causa. Costa meno la produzione di un chilo di carne o quella degli integratori alimentari?

Non ho dubbi sulla libertà d'opinione del Veronesi, così come non ne ho sull'alimentazione più sana con minori eccessi, resto invece scettico sulla manipolazione delle informazioni dietro principi settari.

E' facile comprendere quanto la nostra alimentazione sia eccessiva, basta confrontarla con quella dei paesi più poveri. E non si tratta neppure di discriminare troppo sul tipo di alimenti: anche solo un calcolo dei chilogrammi giornalieri di cibo sarebbe sufficiente.
Ma arrivare ad affermare che cambiando le abitudini alimentari si ridurrebbero i gas serra e la fame nel mondo è pura demagogia.
E' una favola che ricalca quelle della lotta al consumismo: il cibo stesso è divenuto un bene di consumo sempre maggiore, ridurne i consumi porterebbe a perdite economiche nelle multinazionali che decidono governi e guerre. Il Veronesi è convinto che non se la prenderebbero, che basti scegliere una cotoletta di soia al posto del vitello. Che sia solo pessimismo, il mio?