domenica, ottobre 02, 2005

Palazzo d'ingiustizia

Quant'è bella Firenze. Oppure anche no, ma l'apprezzare qualcosa di un luogo, lo rende parte dei propri ricordi piacevoli (quelli spiacevoli per oggi li rimandiamo).

Farsi un un giro notturno, intorno al nuovo quartiere universitario, con tanto di nuovo palazzo di giustizia in costruzione, ci ricorda invece quelle cose sgradevoli di una città che vorremmo dimenticare.
Un tempo ti fermavi ai semafori, giusto a due passi dall'autostrada Firenze nord, e la visione notturna nella zona del mercato ortofrutticolo era duplice. Da un lato sulle luci del mercato, che mi han sempre fatto pensare a scaricatori assonnati, impegnati di notte a costruire la mattina successiva -- quella dei grossisti che comprano le zucchine al ribasso e le rivendono quadruplicando i prezzi.
Dal lato opposto della strada vedevi sempre qualche tossico arrancare.

Ora ci sono nuove visioni d'insieme.
Cinquecento metri prima, l'area ex FIAT, sbrilluccica di luci dei nuovi e colorati palazzi universitari. Le aule sempre ben illuminate, anche in piena notte del weekend, che tanto l'ENEL lamenta scarsi consumi notturni, per cui c'è fortunatamente chi paga.
Cento metri prima dei mercati si erge questa Sagrada Familia, curve e spigoli che sfidano le regole degli appalti pubblici come mai s'è visto finora.
Pure il palazzo di Telecomitalia dirimpetto ci sfigura, con i suoi marmi kitsch, i disegni sghembi dove l'ottusità è evidentemente non ristretta alla geometria degli angoli.
Magari mi sbaglio completamente -- nel senso che i cinquecento metri sono un chilometro, i cento sono cinquecento, e sicuramente tutto il resto è come descritto.

Quello che conforta i naturalisti, gli studiosi delle dinamiche sociali, è che l'impatto ambientale in fondo è stato minimo.
I tossici non li vedo più come vent'anni fa -- forse ci passo meno spesso, forse si sono estinti (improbabile), forse si sono evoluti in nuove specie.
In compenso la fauna migratoria, dalle vesti a taglio ridotto, dedita all'accoppiamento dietro compenso, è cresciuta notevolmente. Abbandonata una prima fase, in cui cresceva intorno alle baracche dei cantieri, adesso è diffusa in modo uniforme nel quartiere.

Wolf è l'enciclopedia dei pensieri seri, ogni tanto me ne rammenta qualcuno.
Tipo quando mi ha fatto notare che qualche anno fa, l'intero paese ha dibattuto focosamente su una nuova legge che stravolgeva tutto quanto riguardasse il meretricio -- o così dicevano sia i propositori che i detrattori.
Devo dare atto a Wolf che a Firenze non è cambiato niente: sia chi aveva predetto grandi passi avanti che chi aveva garantito involuzioni, si è evidentemente sbagliato -- o posso dire che ha preso in giro chi vive tutt'ora nello sfruttamento e gl'italioti?

Quello che ho aggiunto alle riflessioni di Wolf è che il complice più inquietante rimangono i media: quanto vale una "buona notizia"?
Quanto valgono le notizie capaci di far accalorare una nazione per giorni, distogliendola da qualsiasi cosa più seria?

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