lunedì, novembre 29, 2010

Rivelazioni clamorose?

Han destato clamore le rivelazioni del sito WikiLeaks, sulle annotazioni e le relazioni dei diplomatici statunitensi su uomini e donne influenti di un po' tutto il mondo. Così perlomeno leggo dai vari giornali e contenitori di notizie.
Personalmente ero incuriosito dal poter leggere chissà quali notizie scottanti, mentre si son viste ufficializzate tutte cose più meno note.
Prendiamo il caso di un personaggio italiano, quel signore che ricopre una carica rilevante nel Governo in carica. Fonti diplomatiche americane lo descrivono come "incapace, vanitoso, debole e stanco per i troppi party". C'era bisogno di un rapporto con il numero di protocollo di un ufficio del governo statunitense, per trovare scritta in rete una simile descrizione? Se ne fosse stato chiesto dettaglio a qualche cittadino italiano, magari vittima della crisi economica e del già precedente sfascio istituzionale, non sarebbe stato difficile ottenere lo stesso. Diciamo pure che si sarebbe ottenuto un giudizio anche più duro.

Le diplomazie richiedono invece toni pacati, angoli smussati, pareri evitati. Il clamore dunque è tutto nei fatti (del tutto naturali) che un diplomatico descrive ai propri superiori con franchezza, rispetto a ciò che vede, percepisce, desume. Finanche esprimendo solamente un parere o un'opinione personale.
Qualcuno credeva ancora che tutto uno stato potesse avere un'opinione unica, una visione unica, un'espressione unica?
Ci voleva quindi WikiLeaks, per scoprire che clamorosamente, mentre gli Stati Uniti d'America stringevano mani ed alleanze con il nostro Paese, avevano decine di funzionari in disaccordo, e che consigliavano poca fiducia verso i nostri politici. Che notizia.
Dal poco che ho letto, anche i pareri su altri capi di stato, e persone influenti, non disegnano alcuno scenario più inquietante di quello che vede chiunque, con gli occhi aperti. Ma era opportuno non dirlo, perlomeno in pubblico.

Il falso moralismo è persino più dilagante della diplomazia, in fondo. Forse lo affermo perché abito in Italia, dove su questa disciplina abbiamo maestri illustri. Citiamo alla rinfusa un po' tutti i politici, ma si distingue in questo senso anche un potere forte come quello della Chiesa Cattolica, ospitata qui a nostre spese da sempre. Penso così alle giornate di celebrazione della famiglia cattolica, solitamente presiedute da pluridivorziati, fuori dalle leggi del cattolicesimo, ma dentro quelle del potere e del denaro. Oppure ai funerali solenni per qualche ex-dittatore con decine di migliaia di morti e torturati al seguito, ma negati ai singoli sofferenti che chiedono il diritto per se stessi alla morte.
Non ci sconvolge quindi che un tenutario di postribolo amministri part-time la nazione, figurarsi se poi gli viene anche riconosciuto il merito di riuscire a conciliare due cose talmente diverse.

Sempre su un quotidiano, qualche settimana fa, venivano riportati i risultati di alcuni sondaggi. Premesso brevemente che trovo i sondaggi scientificamente inapplicabili, ne erano significativi in ogni caso alcuni risultati, quasi indipendentemente dalle cifre numeriche.
Nel primo dei due si chiedeva all'intervistato cosa ne pensava di quel signore detto sopra, che in carica per il Governo dell'Italia, si concedeva frequenti distrazioni con giovani anche minorenni, in gruppi, a pagamento. Oltre un 30% di questi rispondeva che non c'è niente di male, probabilmente ripensando che ogni signorotto medievale faceva sicuramente lo stesso.
La seconda domanda verteva sulla telefonata fatta da questo signore, per togliere dagli impicci una delle sue conquiste, minorenne, rea di furto, detenuta in Questura a Milano. Alla questione se fosse grave, l'aver fatto pressione sui poliziotti, per la liberazione della fanciulla, condendo l'insistenza con una fandonia, i "no" e i "non saprei" superavano ampiamente il 40%. Insomma, quasi per la metà degli intervistati, le bugie e l'arroganza di un potente, di fronte alla legge, sono cosa accettabile.
E io dovrei trovare clamoroso WikiLeaks?

Cerco disperatamente qualcuno che mi spieghi l'interesse degli italiani per i serial polizieschi e i thriller: quale interesse ne possono avere, dalla visione, se la quasi totalità di questi si conclude con l'arresto dei malfattori?
Visto che promuovono con il voto e con le opinioni, dei delinquenti al potere, trovo le cose piuttosto discordanti.
Pensate quale clamorosa rivelazione, se un politico straniero si chiedesse in pubblico com'è possibile che non ci si ribelli a una casta di politici così spudoratamente disonesta, capace di trascinare il resto del Paese nel baratro economico, salvando gli interessi di pochi oligarchi. Certo se lo chiedono i comuni cittadini, di altri paesi del mondo, quando pensano all'Italia, ma questo non fa clamore.

La prossima clamorosa rivelazione sarà sul sole che splende anche dietro alle nubi. Ma da qui resterà difficile da credere, perché non si annunciano schiarite.