venerdì, luglio 01, 2011

Adattamento critico

Torno spesso a citare i cosiddetti studi di settore, un po' perché mi riguardano, ma anche perché li trovo significativi di come la politica fiscale sia notoriamente scollegata dal mondo reale.
In teoria si tratta di calcoli e tabelle atte a chiarire se un libero professionista, un lavoratore autonomo, o un'impresa, sta dichiarando un reddito realistico, oppure è un possibile evasore fiscale. Questo sulla carta.
Nell'articolo che li riguarda, su Wikipedia, leggo persino che "[...] sono costruiti secondo un rigoroso procedimento statistico", e giù a sciorinare termini come cluster, regressione multipla, e tutto quello che si può in nome della statistica.
Per rendere chiaro il risultato che ottiene, tutta questa (presunta) alta matematica applicata, racconto un piccolo aneddoto.

Nella compilazione della dichiarazione dei redditi, la commercialista mi annota che possiamo sperimentare con i numeri se un determinato reddito è congruo, sul suo applicativo che ha sul computer: decidiamo allora di giocare un po', per vedere cosa succederebbe, cambiando alcuni parametri.
Anzitutto mi evidenzia che sono in atto i correttivi per la crisi, che vanno quindi a modificare i parametri anche per i redditi 2010. Ah bene, dico io, vediamo che succede allora se riportiamo esattamente i miei parametri di ore lavorate nel 2009, anno in cui fra crisi del settore e motivi di salute, ho toccato davvero un minimo storico.
Sorpresa: non sarei stato congruo.
Cosa significava in cifre? Che nell'anno 2010, pure con l'effetto della crisi, avrei dovuto guadagnare il 50% in più rispetto al 2009, a parità di ore lavorate. Come dire che nel 2009, con 10 ore di lavoro potevo guadagnare 400 Euro (lordi!), ma le stesse 10 ore di lavoro nel 2010 mi dovevano rendere almeno 600 Euro. Ma l'effetto di una crisi non è quello contrario?
Per i sapienti economisti del Ministero e dell'Agenzia dell'Entrate il risultato è invece del tutto contrario, e tramite un "rigoroso procedimento statistico" ci fanno sapere che se il mondo cade in un baratro economico, diventiamo tutti più ricchi. E chi non lo diventa è un ladro.