venerdì, giugno 30, 2006

Liberalizzazioni

Apprendo oggi che sono state introdotte nuove liberalizzazioni a livello statale, per commercio, professioni ed altro.

Quella che mi ha colpito per prima è in proposito alle licenze dei taxi. L'immagine prima che ho dei taxi, nell'area urbana in cui vivo, mi viene solitamente dal disgusto che provo quando giro per Firenze. Non sono un utente usuale dei taxi, a Firenze mi sarà capitato di usarne al massimo un paio di volte, negli ultimi vent'anni. Il disgusto quindi non è per l'uso del mezzo, quanto per l'ambiente che fa da contorno.
Cito qualche esempio alla rinfusa.

Uno. Già parecchi anni fa, diciamo più di venti, quando sfogliavo una rivista di annunci economici locali, non mancavano mai le vendite di licenze, fra le quali quelli dei taxi. Licenze che costerebbero pochi Euro, ma che essendo limitate nel numero vengono vendute speculando col prezzo, a cifre superiori di un appartamento in centro. E' illegale? Ovviamente. E' contrastato da chi dovrebbe mantenere la legalità? Non credo proprio.

Due. Tempo fa citai di un caso assurdo, la città di Firenze chiusa al traffico nella notte d'agosto, e nessun taxi disponibile. Il turista vuol vivere di notte la città? Vada in una città di mare, Firenze è aperta in orario diurno, come i negozi per turisti ricchi.

Tre. Pochi anni fa un imprenditore pensò di proporre dei ciclo-risciò, dei tricicli a conduzione umana, per portare i turisti in giro per la città. Comprò i cicli, assunse personale, cominciò a farli girare per la città. In attesa della licenza di trasporto giravano solo a vuoto.
Aveva creato un settore, generato possibili entrate economiche, offerto nuovo lavoro, insomma tutto sembrava positivo. Ma non per il Comune di Firenze. Si alzò subito un polverone politico, sulle parole di "gente che pedala come schiavi", piuttosto incomprensibili per chi l'aveva scelto come lavoro e sarebbe stato pure pagato bene.
Con la felicità dei tassisti fu bloccato tutto, via i mezzi ecologici, via la concorrenza.
Di recente leggevo che tutte le città europee più moderne, più evolute, hanno un servizio del genere ormai, visto l'inquinamento ridotto e l'alternativa al taxi che rende il tragitto una felice camminata per i turisti.

Epilogo. Se tanto mi dà tanto, e le liberalizzazioni saranno appunto lasciate ai Comuni, son proprio curioso di vedere quale ennesima aberrazione sfornerà Firenze, grazie alla reiterata ottusità di chi l'amministra.

lunedì, giugno 26, 2006

Vacanze all'estero

Si stanno delineando in queste ore i risultati del referendum confermativo, della legge di modifica alla Costituzione della Repubblica Italiana.
La tendenza, da quanto si vede sinora, è di una media di 2 italiani su 3 contrari al testo della modifica. Visto che i risultati sono già di oltre metà dei votanti, sembra un campione ragionevole del risultato finale.

Il signor Umberto Bossi ha dichiarato, alle 14 di oggi, che se avesse vinto il "no", l'abolizione della legge da lui voluta, se ne sarebbe andato in esilio in Svizzera.
Sarà interessante vedere se si dimostrerà persona di parola, oppure alla stregua di tutti gli altri politici che solitamente demonizza.

Sembra inoltre che una buona fetta d'Italiani sia in netto disaccordo con il signor Silvio Berlusconi, colui che aveva dichiarato "non degni di essere Italiani" coloro che fossero fedeli alla Costituzione attuale.
Parole forti, che non avevo ancora commentato, e che mettevano fra gl'italiani privi di dignità dello Stato (a suo parere) personaggi come l'ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Penso che questo raffronto renda chiaro chi rappresenta lo Stato Italiano e chi no, senza dubbio alcuno.
Auguro dunque anche a quel signore dai modi scortesi una lunga vacanza in Svizzera. In un colpo solo potrebbe tornare in compagnia degli altri suoi colleghi dai modi rozzi e volgari, e magari disporre dei suoi capitali espatriati al sicuro dalle tasse.

Sono poi dispiaciuto delle vacanze di tutti gl'italiani che non hanno partecipato al referendum. Siano in Italia, o all'estero, si sono giocati il diritto di poter esprimere anche solo un'opinione, ora che i giochi sono fatti, e loro non han voluto giocarli. Precludendosi, ovviamente, anche il diritto di commentare i risultati: dovranno prenderli per quelli che sono, visto che hanno rinunciato a fare una scelta quando era il momento.
Ma in fondo hanno i mondiali di calcio, nei centri commerciali ci sono le selezioni per il Grande Fratello, i telefoni cellulari sono il business del futuro, e nonostante un po' di terrorismo si possono sempre fare le vacanze anche nei paesi tropicali: hanno già tutto quel che serve per vivere.
Nel paese dei balocchi.

venerdì, giugno 23, 2006

Mangiatempo

Unicoop Firenze ha messo in campo da alcuni anni un servizio innovativo, in Italia, per fare la spesa. Anziché dover scegliere tutti gli articoli del supermarket, uno per uno, e successivamente rimetterli uno per uno sul nastro della cassa, per poi riporli di nuovo nella sporta della spesa, ha pensato qualcosa che eliminasse la fase intermedia.
Il brillante Salvatempo è un terminale, con tanto di lettore LASER dei codici a barre (maiuscolo non per enfasi, ma in quanto acronimo), che l'utente può ritirare ad inizio spesa. Ogni articolo messo nel proprio carrello, nei propri sacchetti, volendo, viene acquisito una singola volta: a fine spesa si riconsegna il terminale e si paga il conto.

Ovvio che il primo dubbio che s'insinua in testa di chi non l'ha ancora usato, è in proposito alla fiducia verso l'utente: chi mi dice che acquisisca i codici di ogni articolo prelevato?
Allo scopo di verificare l'onestà degli stessi soci Coop (è un requisito per usare il terminale) vengono inserite delle riletture casuali degli articoli. Arrivi alla cassa e la cassiera, o il cassiere, anziché darti l'importo ti chiede di rileggere tutto.
Quant'è valido questo meccanismo?

Nel comprovato metodo di deposizione degli articoli sul nastro trasportatore di cassa, c'è qualcosa che in realtà rende il procedimento più veloce del previsto.
E' infatti comune che già mentre il cliente precedente sta raccogliendo i prodotti passati alla lettura, voi stiate mettendo i vostri sul nastro.
Insomma, il Salvatempo è principalmente un salva-fatica, quella del trasbordo doppio.
E' sempre così?

Se ad una cassa ci sono pochi clienti, con pochissimi articoli, in effetti sembra proprio di guadagnare molto tempo.
Basta un cliente con la richiesta di rilettura e automaticamente potete realizzare che quel tempo morto, in cui il cliente aveva preparato gli articoli durante la lettura precedente, non si guadagna più.
Le fasi di rilettura, nella pratica, danno da pensare che siano state programmate da veri idioti, oppure da furbi manager -- spesso le due cose sono indistinguibili.
Capita infatti che in una serata di alta frequenza nel supermarket si susseguano incessantemente, con una frequenza che sperereste di vedere in un'estrazione vincente del superenalotto. Anche con una vincita di soli 5 euro, ad ogni attesa di rilettura, potrei dirmi benestante.
Il fenomeno è di tale persistenza che più volte ho desiderato non avere il marchingegno, che mi portava a tempi di attesa uguali o addirittura superiori di chi non lo stava usando.

Cos'è dunque che viene condizionato, nell'uso di quest'oggetto?
Se le code alle casse sono ridotte, fa guadagnare meno di cinque minuti, se sono consistenti può far perdere i cinque minuti (o più) guadagnati altrimenti.
Senza contare l'incidenza del numero di clienti ad usarlo: più questi crescono, più sale il disagio nelle casse esclusive al servizio. E viste le promesse di risparmiarlo il tempo, lo usano sempre più persone.

La percezione del tempo è un fattore caratteristico della nostra umanità, soprattutto nei tempi moderni. Ci basta la parvenza di qualcosa che fa risparmiare tempo, il tempo che ormai non sappiamo più dove trovare, che subito ci affidiamo.
Una telefonata ci risparmia il tempo di andare da qualcuno, così telefoniamo. La televisione ci risparmia il tempo di leggere e capire un quotidiano o un libro, così le notizie e lo stile di vita lo prendiamo preconfezionato in modo rapido. Un auto veloce ci fa correre e risparmiare il tempo durante la strada.
Così ci affidiamo a telefonate vuote di sentimenti, a notizie manipolate, corriamo da un semaforo all'altro.
Senza mai contare il tempo che avremmo speso altrimenti, guadagnando lo spazio per pensare.

Così nessuno penserà mai troppo al mangiatempo di Unicoop Firenze come un articolo di dubbia utilità. Amiamo credere che non sia così. Non c'è spazio per i dubbi, quando si ama, anche a costo di essere canzonati.