venerdì, novembre 25, 2005

Scioperi utili

Pare ci sia un po' di bagarre nel mondo politico italiano, in proposito allo sciopero di oggi.
Eppure il capo del governo, dicendo che si è trattato di uno sciopero "assolutamente inutile", aveva in mente qualcosa di realistico.
Mi ci vorranno un po' di parole, ma posso dimostrare che quest'ennesima palata di fango ha delle basi.

Sono ormai anni, fin dall'insediamento di quel governo, che ad ogni occasione c'è chi si spreca in anticipazioni della sua ormai prossima caduta.
Che non avviene mai, per un motivo ben preciso: siamo in Italia.

Siamo nel paese dove ogni fenomeno che altrove sarebbe ripugnante, offensivo per i cittadini, diventa accettato.
Le proteste, che la gente potrebbe attuare nelle giuste sedi (come in quella elettorale), si annacquano, si stemperano, si confondono.
Tutto finisce nel dimenticatoio dell'italianità, la tanto vantata arte dell'arrangiarsi. Quella per cui non si cerca di cambiare un fenomeno orrido e dilagante, ma se si protrae a lungo ci si arrangia nell'adattarsi.
Se nasce ad esempio una legge che inasprisce (o impone) delle sanzioni inique, sanno già tutti che non serve cancellarla, abolirla. Basta adattarsi, aspettare che cada nel dimenticatoio, perché è così che va la legislatura italiana. Molte leggi finiscono per essere pian piano dimenticate, usate sempre meno, per cui chiunque contravvenga sa che il rischio è solo una flebile statistica.
Gl'italiani sanno che c'è sempre una scappatoia all'onestà.

Lo sciopero era inutile perché non avrebbe fermato l'iter di chi impersona il menefreghismo più puro.
Colui che sa come riprendere voti alle prossime elezioni, raccontando un paio di barzellette o di storie turpi sugli avversari.
Perché sa che anche le tante brutte leggi che ha favorito servono saltuariamente, non sempre.
Così vale per quest'ultima, in materia di finanza statale: ci sarà tempo per dimenticarla.

Anche un perfetto incompetente, che abbia la possibilità di governare un paese come questo, non può che accorgersi come la base più solida della nazione è una massa d'idioti. Difficile non avere la tentazione di sfruttarla a proprio piacimento.

Ma allora perché si sciopera?
La domanda mi sembra lecita. E sicuramente la prima risposta non è così spesso "per lamentarsi verso chi comanda", data la premessa di prima, sul totale disinteresse di chi comanda.
La prima risposta non può che essere "per svegliare dal torpore gli altri, succubi".
Ma anche questo è impegnativo. La propaganda vuole dimostrare che ogni sciopero si divide in due categorie. La prima è quella degli scioperi non seguiti, a cui partecipano in pochi.
La seconda è quella degli scioperi inutili -- a cui ci fanno sapere appartenga l'ultimo.

Chissà se nessuno ne avrà memoria, fra qualche mese, una volta disinnescati gli articoli di giornale, bombe (di) carta dell'informazione. Non nel senso esplosivo, ma che al solito producono al massimo il botto di un sacchetto di carta, gonfiato soffiandoci dentro.

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