venerdì, novembre 11, 2005

Come s'illumina il nostro mondo

Un cambiamento a cui penso spesso, che deve aver sconvolto non solo le culture, ma anche la nostra biologia, è la luce elettrica.
Più si va indietro nel tempo, più i nostri antenati erano legati a ritmi di vita estremamente ridotti in inverno (perlomeno ad una certa distanza dall'equatore). Svanita la luce solare c'era ben poco da fare per l'uomo della pietra.
Anche i vari metodi per illuminare, partendo dal fuoco, non erano poi di grande efficienza. Consumare olio, cera o altri combustibili naturali, era magari anche poco economico, se proprio non c'era un motivo specifico per far luce.

Adesso invece abbiamo la comodità di un bene invisibile come l'elettricità, che materializziamo premendo un interruttore, senza neppure pensare più a tutto quello che c'è dietro la sua produzione.
E' assodato che esista, che sia lì.

Forse non ha cambiato tantissimo il mondo neppure l'illuminazione a gas, di alcune grandi città, nei secoli scorsi.
Sì, magari ha migliorato lo stile di vita delle città, ma non credo che sia entrato così tanto nelle case, nelle fabbriche, negli uffici.

E sia la luce: il nostro ritmo circadiano è diventato improvvisamente inadeguato. Ci siamo accorti che si poteva lavorare in piena notte, meglio che nell'ottocento.
La quantità di luce di una notte, grazie all'elettricità, diventa in qualche luogo anche più generosa che di giorno, in un grigio inverno.
Ma che è successo dell'umanità strapazzata da questo nuovo e facile modo di non avere più la notte?

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