lunedì, dicembre 12, 2005

Quando l'informatica è una scienza della truffa

Basta leggersi qualche articoletto sui generis, essere avvezzi alla vita quotidiana, e non si può che pensare a piccole e grandi truffe, dietro lo scenario della tecnologia.

Rapidamente: Microsoft indice un concorso per trovare il programmatore indiano (in India, sì) di maggior talento.
Il premio? Lavorare a stretto contatto con Bill Gates.
E' evidente che mr. Gates voglia spacciarsi per un semidio, per cui la sua sola presenza vale come premio per il miglior programmatore indiano.
Solo che lui sa che i soldi che ha in tasca non passano per osmosi a chi gli si avvicina, mentre chi gli si accosta può essere un ottimo tecnico, ma un grande ingenuo in economia. Unica materia in cui a Gates non si può negare di saperci azzeccare.
Diciamo che perlomeno è fortunato: ha un unico settore in cui capisce qualcosa, anzi eccelle (la truffa, o l'accumulare denaro, a seconda di come si vuol chiamare), che però gli rende moltissimo -- se fosse bravissimo nell'intagliare pipe in legno, ad esempio, non sarebbe divenuto così famoso.
Come? L'informatica? Quella è solo facciata, per un'azienda come la sua: l'importante è mettere in moto il denaro, poi si può fingere di saper fare tutto.
E una.

Numero due: quando la politica si allea con lo sviluppo tecnologico, cosa ne nasce?
Niente di buono.
Dimostrazione veloce? Il computer da cento dollari di Negroponte, da vendersi ai paesi poveri.
Computer che per il momento sta solo sulla carta. Leggendo bene, ci starà per un momento assai lunghetto.
Infatti sarà, come dice il CEO di Intel un "trabiccolo da cento dollari" -- sempre che riescano davvero a produrlo, a quella cifra.
Ma per Negroponte non ha importanza, intanto sta riscuotendo consensi e suppongo anche favori, che finiranno per portare anche soldi e prestigio al MIT, l'istituto che rappresenta.
E la stessa Intel si sta sicuramente arrabbiando non tanto per il "trabiccolo", quanto perché una volta tanto, si progetta un trabiccolo e loro non sono nella gara degli appalti.
Appalti che se vanno come per gli aiuti umanitari, ai paesi africani (destinatari ultimi di questo prodigio di tecnologia), faranno giri ben contorti, per finanziare come al solito qualche signorotto della guerra.
L'unica cosa che non è mai finta, in queste dichiarazioni entusiastiche, sono i soldi che si muovono.
Cosa? La tecnologia? Quella è come la facciata dell'azienda di prima, si dipinge coi colori di moda.

Nessun commento: