domenica, marzo 12, 2006

Guerriglia annunciata

Qualcuno scriveva tempo fa che le tragedie annunciate sono in fondo consolanti.
Perché ci danno una certezza della tragicità imminente, confermando il nostro bisogno di sicurezze, anche in negativo, ma che siano certe. Come dire: siamo impreparati a quel che di buono può succedere, fuori dal nostro controllo.

Ho appreso solo poco fa, dei disordini avvenuti a Milano stamani. Due sono i pensieri che vi ho collegato.
Il primo è il triste commento di Cassandra, visto che già da tempo immaginavo in cosa sarebbe sfociato, il disagio sociale. Già in altri articoli passati avevo ravvisato questa mia preoccupazione.
Il secondo pensiero è stato che probabilmente, oggi, non c'erano partite della serie A di calcio che fossero altrettanto importanti. Quelle che a latere portano solitamente lo stesso tipo di distruzione e violenza, ma a cui ormai siamo abituati. In quei casi non fa più notizia.

Curioso notare che la manifestazione, preparatasi come non autorizzata e violenta, anticipi invece un'altra manifestazione, autorizzata stavolta, che si svolgerà nel pomeriggio, da parte di altri gruppi che inneggiano alla violenza.
La differenza fra i due gruppi è probabilmente nello schieramento politico, ma quello che di sicuro è più interessante, rimane invece nella similitudine fra i due gruppi. Entrambi propongono infatti violenza come espressione del loro disagio sociale.
Questo però non fa notizia, svelarlo non è nell'interesse di chi manovra.
Il piccolo timoniere non ci tiene a far sapere di essere causa primaria degli scontri, con la sua sprovvedutezza. Nel frattempo è impegnato a stilare la lista di tutti quelli che vogliono il suo male, ultima entrata è una giornalista piuttosto nota, rea di non aver fatto le domande giuste, che ne santifichino l'immagine.

La poco nuova preoccupazione che ho, legata alle manifestazioni violente, è che anche la repressione lo diventi, con la strada spianata ad uno stato di polizia.
Non sarebbe del resto una sorpresa, vista l'attuale tendenza a completare il piano di rinascita democratica come dai documenti della loggia massonica di Licio Gelli.
Ennesima dimostrazione su come la parola democrazia non diventi solo vacua, ma anche tranquillamente abusata. Si veda infatti come viene definita in testa al documento: quale semplice adattamento del sistema esistente, senza citare che anche in una definizione da dizionario c'è un elemento di rilevante differenza, un popolo chiamato a scegliere.

Ma ormai siamo divenuti esperti in democrazia, visto il supporto a personaggi come il signor George Bush, che la sta esportando - a suo dire con successo - in tutto il mondo.
Speriamo che con la crisi economica, fra le varie importazioni dall'estero, non si finisca pure noi nella necessità d'importare democrazia dagli Stati Uniti d'America.

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