venerdì, gennaio 12, 2007

e-dioti o iDioti?

Mi ero trattenuto dal commentare il nuovo prodotto svelato da Apple qualche giorno fa, anche perché mi sembrava di sparare sulla Croce Rossa. Oggi però credo meriti un breve commento.

Il gergo di internet aveva fatto scuola, con il prefisso e- usato e abusato in ogni modo, dal più comune (e dotato di senso) e-mail per indicare la posta elettronica (electronic mail), allo e-business. E non dimentichiamo lo e-government, usato senza ritegno anche in Italia. Solo che qui, anziché prendere il significato della traduzione letterale, si sa bene cosa indica: come far spendere alle istituzioni dei soldi in apparati informatici, che non verranno applicati al loro proprio uso, ma finiranno in mano dei lavoratori al più basso grado di competenza.

Apple ha invece fatto proprio, come oggetto di design, il prefisso i, seguito da un nome con iniziale maiuscola (iMac, iBook, iPod, e così via).
Sorprendentemente non sono stati seguiti da Microsoft, in questa pratica compulsiva: probabilmente non c'erano più lettere iniziali degne di marchio. Microsoft si è accontentata del suo marchio .net, oltre alle tante X (partirono con ActiveX, e con Xbox sono riusciti addirittura a metterne due in quattro lettere).

Il nuovo prodotto Apple è nientemeno che un telefono cellulare, capace di instaurare conversazioni telefoniche (mi auguro), di riprodurre brani musicali, di collegarsi ad Internet, dotato infine di una fotocamera e schermo sensibile al tocco.
Sorprendente, vero?
Se la vostra risposta è "non tanto, ho già un telefono Nokia/Motorola/ecc. che fa le stesse cose, da due anni", beh, allora non avete letto la notizia con attenzione. La novità non stava nelle caratteristiche tecniche, altrimenti avreste obiettato che non è neppure un telefono UMTS, che la fotocamera ha solo risoluzione di un paio di megapixel, e così via.
La notizia era che Apple ha sfornato un nuovo prodotto, e tanto basta per i fanatici del marchio. Se poi è un prodotto già vecchiotto, prima di uscire, non ha importanza: chi osserverebbe mai che un'opera di Mondrian o Kandinsky è vecchiotta, se mettete in mostra un'originale nel vostro salotto?
Insomma, soddisfa chi se la rimira. Se poi ha incidentalmente una funzionalità tecnologica, allora sarà in ogni caso eccelsa.
In ogni caso vi rimangono comunque i suggerimenti di The Register su come impiegarlo.

Se però il vostro artista preferito dipinge un quadro, puntando sul nome dell'opera, e lo intitola la gioconda, potrebbe venirvi il dubbio che non sia di grande originalità.
Così lo Apple iPhone, dati gli unici suoi vanti, il nome del produttore e l'originalità del design, perde inaspettatamente uno dei due. Già, perché il nome iPhone è un marchio registrato di un prodotto Cisco Systems.
Però è un prodotto Apple, ed è stato pubblicizzato da Steve Jobs, davanti a un selezionato pubblico adorante, dove ha pure dimostrato come si potessero ordinare dei caffè via Internet, tramite l'eccelso dispositivo. Che fortuna.

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