venerdì, gennaio 12, 2007

Cinismo o realismo?

Sono piuttosto avverso all'insistere con i commenti sui fatti che sconvolgono l'opinione pubblica, perché di solito non vi si cela granché di stimolante per il ragionamento. Certo non è una regola, ma in qualche modo pesa sul mio modo di accettare le notizie.

Già due persone hanno chiesto, in modo più o meno diretto, che ne pensavo di un recente fatto di cronaca, commentato anche un articolo di giornale.
Il signor Gabriele Romagnoli, che firma il suddetto articolo, mi trova d'accordo sulle sue conclusioni. Trovo facilmente condivisibile il fatto che esista un po' ovunque il vicino di casa psicotico, che ti vuole vedere nei guai, se non morto. E su questo è sicuramente d'accordo anche chi mi ha raccontato una storiella, due sere fa, su una vicina di casa che ungeva le scale d'olio d'oliva, per attentare deliberatamente alla sua salute.
Gli argomenti del Romagnoli sarebbero invero una piacevole fonte di chiacchierata, viste le variazioni sul tema che se ne possono trarre.
Un esempio è quello, dove per sfumatura semantica e profilo psicologico, vedo diversamente la frase in cui scrive che "[affermazione scontata] è che l'uomo sia un animale socievole". La mia espressione spesso usata è invece che "l'uomo è un animale sociale": questo prende nella giusta considerazione l'interazione dell'uomo con i suoi simili. La socialità infatti non implica necessariamente socievolezza, com'è il caso di un vicino di casa con intenti da assassino seriale.
La socialità umana non detta che venga ricercata sempre e con chiunque. Il gruppo di rapinatori o stupratori, che opera in accordo, è infatti un esempio di socialità applicata al gruppo, mentre al contrario non implica certo socievolezza verso l'intera comunità umana.

Quello che ha osservato Loli, parlandone per telefono, è che si sa come certe cose possano succedere, eppure il momento in cui succedono è traumatico, non solo per l'evento in sé.
E' in effetti come se una parte di noi volesse scongiurare la possibilità che possa succedere davvero.
La mia posizione è invece passibile di cinismo, per quanto io la consideri una forma di percezione del realismo. Non sono infatti sorpreso da certi eventi tragici, per almeno due motivi.
Il primo motivo è ovviamente la lontananza della tragedia: quando qualcosa di minimo accade a persone vicine, anche appena conosciute, siamo più sensibili per il legame di conoscenza.
Il secondo motivo (anche se non hanno un ordine d'importanza) è che la violenza, di qualsiasi tipo, non è cosa nuova. Questo non significa essere indifferenti alla violenza, ma giungere alla comprensione che non è eradicabile, anche se tutto è contro di essa.
Vorrei tanto che potesse esistere quanto prima un mondo privato della maggior parte delle violenze, ma purtroppo non è così facile. Gene Roddenberry, il creatore di Star Trek, raccontava storie del ventiquattresimo secolo, perché voleva credere fermamente in un futuro senza fame, guerre e violenze. Eppure chissà se sarà sufficiente aspettare solo altri tre secoli per raggiungere quel futuro.

Una mancanza del Romagnoli, nell'articolo suddetto, è però il mea culpa che dovrebbe fare qualsiasi giornalista, prima di dire che in fondo nell'orrore raccontato non ci sono novità.
Insomma, il caso efferato è la quotidianità, se si estrae dal contesto giornalistico.
Un esempio recente è la minore eco ricevuta dalla notizia della donna uccisa a Corleone, probabilmente sempre da un vicino di casa.
In questo caso mancavano gli elementi per l'interesse popolare (non ci sono bambini uccisi, la vittima è una sola, non c'è il sospetto che uno "straniero" abbia ucciso), e i giornali, le televisioni, hanno compiuto il loro dovere servile: lasciare spazio alle notizie più rilevanti.
Così se venissi ucciso dal mio vicino psicopatico (e qualcuno ne ha l'aspetto) non farei notizia, ma posso sentirmi confortato per l'avere come dirimpettai anche dei cinesi piuttosto loschi: con loro diverrei sicuramente famoso. E io che sto cercando una nuova casa più spaziosa: avere la fortuna a portata di mano e lasciarsela scappare!

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