venerdì, novembre 17, 2006

Illusioni eretiche


Ieri sera, mentre stavo cenando assai tardi, mi sono intrattenuto vedendo se qualche trasmissione televisiva avesse contenuti interessanti o almeno divertenti.
Nell'alternativa fra programmazioni ritrite, spazzatura e show sull'Italia che va male (con la conclusione sempre ripetuta che dobbiamo tenercela così), sono finito su La7, che mandava in onda delle considerazioni sui miracoli di Gesù Cristo.
Il signor Valerio Massimo Manfredi, noto romanziere interessato ai fatti di storia antica, conduceva il programma, che appariva come un collage d'interviste a personaggi sul campo.
Hanno quindi intervistato storici, illusionisti, psicologi, per capire (a loro dire) se ci fossero possibilità che i miracoli operati da Gesù fossero semplici illusioni, manipolazioni delle folle, e comunque quali altri collegamenti storici e religiosi vi fossero implicati.
Tutto l'insieme era corredato da immagini filmate di una rappresentazione dei fatti narrati, con un Gesù dai tratti somatici di un nord europeo moderno, come ci piace crederlo, mettendo da parte come prima scienza l'antropologia.
Eppure la conduzione e l'esposizione erano di taglio saggistico, per dimostrare che avevano scomodato i migliori esperti, e che tutti loro concordavano. Perché per realizzare un documento politicamente corretto nei confronti delle religioni, non c'è alternativa che ripetere pedissequamente quello che riportano i testi sacri. Va riconosciuto che gli articoli prodotti erano sicuramente gradevoli per ogni religione dell'area medio orientale ed occidentale, quali le religioni cristiana, ebraica ed islamica.
Insomma un interessante strumento di smussatura degli spigoli vivi fra le varie religioni, di questi tempi.

Scientificamente poi era tutta un'altra storia. E non è colpa mia.
Voglio dire che non sono io ad aver dato un taglio storico e scientifico alle vicende narrate, ma visto che l'hanno fatto loro, mi pare lecito valutarlo: questo è il metodo scientifico.
Va da sé che pure da ateo, non ho ovviamente alcuna difficoltà ad accettare la possibile esistenza nel passato del personaggio Gesù, così come la sua predicazione, i fedeli e le implicazioni sociali e religiose. Mi sembrano tutte perfettamente naturali.

La falla del ragionamento del Manfredi, e dei suoi collaboratori, è una sola, ma fondamentale -- pure mettendo da parte le tristi considerazioni antropologiche di prima.
Le riprove che hanno eseguito, con l'intervento d'illusionisti e maghi (quelli reali, che operano magie come illusione) partivano tutte da un assunto corretto nel senso religioso, ma totalmente falso nel senso scientifico: la considerazione era che tutto quanto è narrato nelle scritture antiche sia vero alla lettera.
E dire che oggi, in epoca moderna, basta seguire una finzione televisiva, come certe rappresentazioni di crimini ed indagini, per capire che qualsiasi narrazione, per quanto convincente, non è mai definibile vera, se non suffragata da fatti oggettivi.
Nella nostra epoca, in cui nonostante le prove documentarie, c'è chi non crede all'olocausto degli ebrei, all'atterraggio umano sulla luna, si crede comunque alla lettera alle ricostruzioni storiche fatte mille e settecento anni fa, di fatti avvenuti altri trecento anni prima. E non si tratta neppure di ricostruzioni ad opera di cronisti, ma di scritti resi compatibili ad essere adottati come testi sacri.
Quindi, narrando di un'epoca dove ancora la cognizione di causa ed effetto erano ai primordi, un'epoca dove i fulmini erano ancora rappresentazione divina, c'è davvero da chiedersi cosa ci fosse dietro ai miracoli?
Gli stessi cronisti del tempo, quando anche erano mossi da desiderio di oggettività, erano facili cadere in tranelli dettati dall'ignoranza - cosa che continua ad accomunarli ai cronisti odierni - figurarsi quel che poteva essere raccontato di un fatto misterioso da un testimone coinvolto emotivamente. Fra l'altro, ai suddetti miracoli avrebbero assistito folle intere, ma in fondo nessuno di loro ha scritto migliaia di diari degli eventi, così da poterli raffrontare, così l'evento raccontato rimane valido come se il testimone fosse stato uno solo.

E chissà per quanto ancora si potrà dissentire, anche in rete, su Internet, come faccio adesso.
Sì, perché se credevate che la rete globale fosse indipendente, strumento di libertà d'opinione, siete in alto mare.
Qualche giorno fa lo Stato del Vaticano è insorto contro la satira sul Pontefice, e sicuramente non è finita lì.
L'esempio di oggi è in un articolo di PuntoInformatico, che narra una vicenda a dir poco grottesca.
Un forum pubblico si trova a contenere frasi forti, offensive: gli offesi, sensibilizzati dall'evento, denunciano il fatto alla Procura di Catania, che procede all'oscuramento del forum. Il lato più assurdo è che chi si è sentito offeso non abbia consultato il moderatore del forum, per chiedere la rimozione dei messaggi offensivi, ma che si sia mosso da subito con il chiaro intento censorio.
La sottigliezza del vilipendio alla religione è tale che appunto non so quale sia il vero limite. In fondo negare l'esistenza di Dio non è già una grave offesa per la religione che si cita?
E dire che si pensa a certi personaggi della storia delle religioni come veri ciarlatani?
E' sicuramente illusione ed eresia, avere fede nel buonsenso.

Non avere paura
perché porto il coltello tra i denti
e agito il fucile
come emblema virile
non avere paura della mia trentotto
che porto qui nel petto
di questo invece devi avere paura
io sono un uomo come te

da Serial Killer (Franco Battiato, Manlio Sgalambro)

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