giovedì, maggio 10, 2007

Etica, politica, manipolazione

Poco tempo fa, in questa stessa serata, vedevo in televisione, nel programma Anno Zero, delle considerazioni sulle implicazioni politiche e sociali della famiglia.
Sì, la famiglia come istituzione, simbolo.
Il signor Marco Travaglio, noto giornalista, citava i dati di un'inchiesta del quotidiano Libero, definito dal Travaglio come non propriamente "un quotidiano comunista".

La posizione della Chiesa Cattolica sulla concezione mi pare una delle più chiare, una posizione solida, inamovibile nei secoli.
C'è da dire che negli ultimi mesi anche chi è portavoce della Chiesa stessa, a partire dal Pontefice, ha reso le cose fuligginose. La posizione è infatti variata continuamente, nelle sfumature come nei fatti basilari. Prima scomunicano chiunque non aderisca, poi dicono di essere stati fraintesi: sembra che la storia recente sia un continuo gioco del bastone e della carota.
Per non parlare poi della posizione odierna su aborto e sessualità fuori dal matrimonio. Da un lato la scomunica è giunta come atteso, per i politici che compiono scelte abortiste, ma oggi stesso il signor Joseph Alois Ratzinger si è presentato in pubblico con il signor Luis Inacio Lula da Silva, in sorridente amicizia. Se il primo vi è noto (il prima detto Pontefice) non dovrebbe esservi ignoto neppure il secondo, Presidente del Brasile, non contrario all'adozione di leggi in favore dell'aborto.
Come dire: se dell'aborto ne parlate voi, che non presiedete alcuno stato del mondo, siete da condannare. Limpido.
L'intervento sui temi della famiglia, della sessualità, da sempre tocca gli interessi primari della Chiesa.
Un arcivescovo brasiliano, citato da qualche giornale televisivo, non ha perso occasione dell'attuale visita del signor Ratzinger in Brasile, e ha rimarcato come qualunque donna che abbia rapporti sessuali fuori dal matrimonio sia una prostituta. Quando si dice cavalcare l'onda.

Decidere dell'etica è fare politica? E' manipolazione?
Questa è la domanda che si dovrebbe porre chiunque, quando le questioni sollevate dalla morale cattolica, sbandierate come un editto, vengono infine descritte come male interpretate. Tutti i portavoce della Chiesa, a ogni livello, si sono adoperati per dirlo, per sottolineare che non si tratta di politica.
Si limitano a mettere all'indice i politici che potrebbero essere sgraditi, ma non fanno politica. Chiaro.

Ma qual era l'argomento del Travaglio questa sera?
Molto semplice.
Ha fatto un elenco di politici che si presenteranno alla manifestazione di Roma, nei prossimi giorni, in nome della famiglia. Quel family day che non ha neppure un nome italiano (o perlomeno latino, visti i propositori dell'evento).
Un elenco dei politici che di famiglie ne hanno due o perfino tre, che sono divorziati, separati, in coppia con altri divorziati o separati, non sempre risposati, qualche volta con riti pagani.
E questi sono coloro che scenderanno in piazza per dirci che la famiglia dev'essere fondata sempre e soltanto sul matrimonio cattolico, secondo i dettami della Chiesa di Roma.

Ora, in questo fatto non c'è solo ipocrisia, c'è soprattutto sfrontatezza.
C'è quell'arroganza di chi sa che qualsiasi bugia diventa verità, se viene ripetuta in modo convincente, per molte volte.
Vedere le interviste di chi appoggia quei politici, ma anche quegli ecclesiastici, porta ad uno stato di tristezza indicibile. Una sorta di sindrome di Stoccolma in ambito politico e religioso, dove le vittime stesse diventano sostenitori dei loro carnefici.
Ho volutamente interrotto la visione di Anno Zero, perché gli argomenti trattati erano talmente lapalissiani da insultare la mia intelligenza.
Esiste un limite pratico oltre il quale chiunque si sottrae alle manipolazioni e ragiona con la propria testa?

E non finisce qui.
Se avete notato i reportage dei giornali, dei notiziari televisivi, dei programmi "d'inchiesta", avrete notato che il viaggio del signor Ratzinger in Brasile è diventato la notizia.
La profusione di notizie con cui ce lo ricordano è di un'insistenza insolita, persino se confrontata con i viaggi del suo predecessore in carica. Ogni voce, ogni bisbiglio, ogni manifestazione della sua presenza in quel paese viene amplificata con toni epocali.
Evidentemente lo spregio dell'etica, del buonsenso, e perché no, della politica, non è ancora finito

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