giovedì, ottobre 12, 2006

Fenomeni stupefacenti


In questi giorni infuria la polemica sul caso della trasmissione televisiva Le Iene, e sul test che ha condotto su una cinquantina di parlamentari, a loro insaputa, sul probabile consumo di stupefacenti.
Non ho seguito la vicenda nei dettagli, e con questo, come in ogni altro caso in cui scrivo "non ho seguito nei dettagli", intendo che non ho letto ogni articolo, pro e contro, per maturare infine un giudizio ragionevolmente distaccato.
Quello che suggerisce infatti è anzitutto lo scatenarsi dell'emozionalità popolare. Davanti al fenomeno, alla denuncia di molti dei parlamentari controllati come consumatori di stupefacenti, c'è stata una rivolta della popolazione, come hanno rilevato molti sondaggi d'opinione.

La rivolta è sicuramente motivata dal sentirsi offesi, dopo aver scelto per un incarico istituzionale dei politici, che seguono le sedute del parlamento con possibili strascichi di sostanze stupefacenti nel proprio organismo. Viene propriamente da chiedersi se siano in sé, mentre discutono di leggi e disposizioni che influenzano l'intera nazione.

Faccio un passo indietro, illustrando la mia posizione sulle sostanze stupefacenti.
Non ho mai fatto uso di quel tipo di sostanze, ed in questo potrei includere anche il comune tabacco, che ho sperimentato in un paio di sigarette quando ero molto giovane, ed ho deciso non valesse granché. Viene da dirsi per fortuna, visto che poi l'effetto di dipendenza, la tossicodipendenza, diventa difficile da sradicare, visto che ci sono basi chimiche e fisiologiche a rendere complicata la rottura con la dipendenza (già indipendenti dalle problematiche psicologiche).
Passando comunque la gioventù in ambienti spesso fumosi, visto che per decenni le leggi sul fumo sono state bellamente ignorate, ho tollerato spesso questo disagio, seppure sia sempre rimasto un fastidio per me.
La materia delle sostanze tossiche illegali (visto che il tabacco è legale) è poi altra storia.
C'è sicuramente una buona motivazione per cui rimangano tali, visto il forte guadagno di chi li spaccia. Così come c'è una motivazione legittima, nel cercare di evitare il dilagare di prodotti falsamente benefici, che finiscono per raggirare i consumatori meno attenti: il drogato è sicuramente una persona che viene ingannata, con la promessa della soluzione chimica ai suoi dolori, alle sue ansie.
Ci sono poi sostanze con effetti più o meno pericolosi sulla salute, da quelle che devastano rapidamente l'organismo a quelle più subdole, con effetti psicotici anche a lungo termine.
Non escluderei da questa definizione anche tanti medicinali leciti, le pillole della felicità dispensate con estrema disinvoltura anche da molti psicoanalisti e psichiatri, se non perfino da medici di base.
Il punto sostanziale, sulle dipendenze da sostanze chimiche psicogene, è che qualcosa non funzioni in modo adeguato fin dal principio, nell'individuo che inizia a consumarne. I decorsi nell'uso di tali prodotti sono svariati, anche pericolosi per gli altri -- quando il consumatore ad esempio guida un mezzo o aziona un macchinario.
Penso quindi che la regolamentazione su certe sostanze si divida in due punti
  • Informare il consumatore e tutelarlo: deve essere cosciente fin da prima dei rischi, senza prendere la cosa come un semplice svago. Da questo punto di vista ci sono comportamenti preoccupanti, come ad esempio quando si cerca di depenalizzare la tossicodipendenza: in quei casi infatti si sentono spesso motivazioni di una pericolosità inesistente, che non corrisponde a verità.
  • Prendere atto che sia un consumo legale o illegale, ci sarà sempre chi ne fa uso: costoro devono essere tenuti lontano da comportamenti pericolosi per gli altri. Quindi evitare che possano guidare un autoveicolo o un motoveicolo, evitare che possano azionare un macchinario industriale, ma al limite anche evitare che possano prendere decisioni sull'andamento di una nazione, dall'economia all'assetto militare, per citarne un paio.
Detto questo, risulta evidente come sia poi complesso nella pratica. Non si può infatti sapere se il tossicodipendente, sotto l'effetto di sostanze psicotrope, si sentirà solo euforico in una festa fra amici, oppure se ne avrà una deriva che lo porti ad atti delittuosi anche gravi.

Ho letto oggi un interessante articolo del signor Stefano Rodotà, che valuta la situazione dalla sua posizione di giurista e dal suo passato di Garante per la Riservatezza (sì, c'è una parola italiana per tradurre privacy, anche se tristemente ignorata).
Il Rodotà ci ricorda di fare attenzione ad un particolare significativo: se lasciamo che la riservatezza degli odiati politici sia violabile, diamo libertà affinché diventi violabile anche la nostra. Sarebbe così facile per un nostro datore di lavoro prendere dei campioni biologici da una tazzina di caffè che abbiamo usato, o magari anche da un mouse o una tastiera, fare delle analisi e decidere che magari l'azienda non ha più bisogno di noi, perché soggetti a qualche malattia.
Ipotesi sempre più probabili di questi tempi, visto che spariscono i lavori a tempo indeterminato, i lavoratori autonomi hanno contratti sempre più labili, e per prendere un campione di DNA la tecnologia non manca.
Interessante la conclusione di Rodotà quindi, sul fatto che in proposito al prelievo di materiale biologico ci sia una prima eccezione da farsi: indipendentemente dal fine, i mezzi usati sono gravemente illegittimi. Tollerarli solo perché ci piace il fine è inaccettabile.

Resta però un nodo da sciogliere, ed è quello della compatibilità fra gl'incarichi istituzionali e le sostanze psicotrope.
Sono certo che molti sarebbero contrari all'elezione ad incarico parlamentare di una persona dimostratamente psicotica -- mi riferisco ovviamente alle nazioni che approssimano il concetto utopico di democrazia.
Ma quanti vorrebbero vedere come parlamentare una persona fondamentalmente sana che è usa indurre in se stessa, artificialmente, degli effetti psicotici?

La mia domanda non è sull'onda della rivolta popolare, come dicevo: ho preso tutta la notizia con poco fervore, visto che non mi sorprendeva il risultato.
Il finale, come al solito, sarà quello di tanti eventi simili.
Ricordo che già nel precedente parlamento siedevano, anche con incarichi importanti, dei politici con sentenze penali in giudicato, quindi condannati in via definitiva. Questa volta gli aggiungeremo anche l'uso di sostanze stupefacenti: e che sarà mai? La loro sicurezza è che finché i giudici coincidono con i giudicati, sarà ben difficile che qualcuno si suicidi politicamente.
Finché non si troverà un modo serio per licenziarli, torneranno sempre lì. Forse sottoporli tutti quanti ad un contratto a breve termine, dove i datori di lavoro sono i cittadini, potrebbe spingerli a comportarsi meglio.
Per il momento ci possono sempre e comunque citare la frase che si legge all'uscita di certi esercizi commerciali, "Grazie di averci scelto", non senza un sorrisetto sardonico.

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