martedì, ottobre 17, 2006

Città che cambiano

Questa mattina ho avuto occasione di transitare per una zona di Firenze che credevo di conoscere assai bene. Ho trascorso lì i cinque anni di scuola superiore, e a distanza di qualche anno avevo lavorato poco distante, per quasi altrettanto tempo.
Sono stato sorpreso, arrivando in zona che il traffico (all'epoca già caotico, parlo di una decina d'anni fa) fosse decisamente aumentato. I parcheggi già difficili si sono trasformati nella comune abitudine di sostare al centro della carreggiata. Poi ho capito il perché.
La strada adiacente, stretta fra palazzi e la ferrovia, era sempre stata ampia, tanto che aveva anche spazio per il parcheggio sui due lati. Solo che ora, quasi non esiste più, se non per una piccola corsia di scorrimento a senso unico.
Cos'ha preso il suo posto? I binari per i treni ad alta velocità.
Perché dalla periferia fino al centro, in nome dell'alta velocità, sono state rase al suolo intere palazzine. Anche la stessa centrale del latte è stata rimossa, fatto che ha creato non poche difficoltà economiche alla stessa, per la nuova sede.

E' vero, le città cambiano, anche dove meno te lo aspetti.
Vale ad esempio per gli sconvolgimenti che sta portando la futura tramvia urbana di Firenze. Sembra infatti che tutta una città sia rivoltata da capo a piedi, per le linee ferrate.
Saranno davvero utili come ce le prospettano?

Ho forti dubbi sulle nuove linee ferroviarie nazionali, viste le attuali.
Vent'anni fa i treni erano più lenti, ma c'è da dire che i ritardi erano tutto sommato modesti, i servizi adeguati. Oggi pare invece che abbiamo treni velocissimi, ma che portano solo nei centri cittadini.
Il treno ti porta nel centro di ogni città. Mi pare che fosse questo uno degli slogan di alcuni anni fa: un motto sicuramente veritiero. Ma per chi non abita nel centro cittadino, come si arriva a prendere il treno suddetto?
Con un autobus, o un altro treno, visto che il centro cittadino è spesso inaccessibile per il traffico stradale. Con altri mezzi insomma che spesso portano ritardi pari alla stessa durata media di percorrenza. Non è così strano, da queste parti, che un treno locale, per andare in centro a Firenze, accumuli ritardi di mezzora su percorrenze di mezzora.
Pare quindi che le linee ferroviarie puntino tutto sull'accentrare il transito nelle grandi stazioni centrali, all'esatto contrario della necessità di decentralizzare il traffico delle città.
Senza contare che le medie distanze tendono a diventare quasi più economiche con un volo aereo.

Cosa vedete nel futuro del trasporto? Come saranno le città fra cinquant'anni?
Se non intervengono fattori ad abbreviarmi la vita potrei riuscire a vederlo con i miei occhi, chissà, sarei davvero curioso di vedere il futuro.
Mi chiedo se pian piano non verranno selezionati sempre più edifici degni di restare in piedi, facendo posto a nuove strade, ferrovie, tramvie.
La concezione storica di città sarebbe, a mio parere, da rivedersi. I mezzi di trasporto, quelli di comunicazione, ci hanno liberato dalla necessità di accentrare. Non serve più avere una città nel senso di insediamento che contiene tutto. Se vogliamo è anche un bene: è possibile vivere nelle periferie, potersi spostare su necessità, ma non sentirsi sperduti, senza le comodità cittadine.
Probabilmente i mezzi di trasporto dovrebbero premiare i nuovi agglomerati esterni alle città, quelli che non sono ancora troppo grandi, ma che hanno possibilità di crescita più distribuita.
Ma ci vogliono soldi.
E i soldi s'investono dove rendono altri soldi, già.
Sono sicuro che ci siano molti esperti di urbanistica con tante idee, molti esperti dei trasporti con altrettante, ma né gli uni né gli altri le vedranno mai realizzate. Perché il benessere, il buon vivere dei molti, raramente coincide con i guadagni e le speculazioni dei pochi.
E ora chiedetemi come penso che cambieranno, le città.

Nessun commento: