mercoledì, gennaio 09, 2008

Novità insignificanti

Un paio di settimane fa, mi è capitato di vedere, a casa di amici, lo spettacolo Reset, del signor Beppe Grillo.
Chi mi ha presentato il DVD ci teneva, affinché lo visionassi, perché a suo dire potevo essere scettico sulle affermazioni fatte dal Grillo, mentre l'ampia documentazione fattane ne rivelava la fondatezza.
Ho subito spiegato che non sono così scettico come immaginava l'amico, che non avevo dubbi sulla maggior parte delle affermazioni. Ed infatti, anche dopo aver visto lo show, sono rimasto della stessa opinione, con le solite riserve per qualche dato fornito. Piccole riserve, per una grande informazione.

Essendo passati parecchi giorni non ricordo neppure quali fossero le piccole incongruenze, ma ricordo benissimo la natura delle stesse. In qualche frase, il signore detto sopra, citava affermazioni di politici o tecnici a lui invisi, aggiungendo che non potevano essere altro che falsità, manipolazioni. A seguire, qualche minuto dopo, chiamava in causa i tecnici di parte, che finivano per dire le stesse cose prima negate.
Come dire: se vi dicono che il cielo è azzurro non credetelo vero, ve lo dicono delle persone bugiarde, credete a me, che l'ho visto azzurro perché sono un buono, un puro di cuore.
Se si è un bravo persuasore occulto, come in un esempio che ho fatto qualche tempo fa parlando di spin doctoring, il gioco funziona.

Tutto il resto è show, coreografia, presentazione teatrale che dalla satira s'incrocia con l'attivismo politico. Mentre lui, l'attore unico (se si escludono due o tre comparse), lancia il sasso e nasconde la mano, dice "io non faccio politica, smuovo le coscienze, voi la farete per me". Per lui.
Non ha l'aplomb del signor Al Gore nel documentario An Inconvenient Truth. Usa un linguaggio più ruspante, più adatto ad interessare il pubblico italiano.
E il gioco continua sul suo weblog, dove cita le altrui sconfitte e le proprie vittorie.
Nello spettacolo cita la vittoria sull'abolizione delle ricariche telefoniche della telefonia mobile, con a latere il promotore, che si appresta a definire un suo fan, e che non ha avuto l'interesse della Comunità Europea per una petizione popolare, se non perché lui ha interceduto.
Lui non fa politica, ma siede come una divinità minore, irascibile, al banchetto che divora le risorse del mondo. Ed ha pena per noi poveri esseri terreni.
Riempie la pagina web di bandierine, ogni campagna di sensibilizzazione ha un suo simbolo. Quando queste si risolvono vi appone il marchio di un timbro rosso, "obbiettivo raggiunto". Lui non fa politica, lui raggiunge obbiettivi.
Eppure ha pienamente ragione nel detenere quest'immagine, nel curarla con questo metodo: perché in effetti l'italiano medio non si può attirare in altro modo. Se le cose certe del vivere sono le tasse e la morte, ha ben scoperto che l'unico modo certo dell'essere ascoltati dagli italiani è parlar loro di quanto dovranno sborsare e di come dovranno morire.

Così ci racconta delle vicende Telecom, della finanza argentina, ma anche degli onnipresenti inceneritori di rifiuti.
In questi giorni, su quel weblog, campeggia una tabella che "ricorda" l'aumento di rischio per la salute nelle zone con inceneritori. La tabella viene riportata come proveniente dal sito di ARPA Piemonte, relativamente ad un recente congresso, solo che dal sito non capisco dove sia. Non dico che sia inesistente, solo che non l'ho trovata.
In compenso ho trovato altre presentazioni di quel congresso. In una di queste sono snocciolati tantissimi dati numerici sui termovalorizzatori (la forma più innovativa di inceneritori). La rilevanza è sui dati di sicurezza: comparando gli impianti recenti con zone senza bruciatori di rifiuti, con zone rurali e boscose, si scopre che la quantità d'inquinanti come la diossina, fuori da un inceneritore, è comparabile a quella in un bosco. Perché nei dati forniti da lui non c'era questa informazione?
Perché non ci dice che nelle città europee questi impianti sono spesso nei centri cittadini, senza nessun allarme nella popolazione?
Aumentiamo i rifiuti resi riciclabili: è sicuramente un'ottima cosa. Ma già che ci siamo, chi ci racconta di quella parte di rifiuti non differenziabili che va smaltita? Lui non può farlo, perché cedere anche minimamente al buonsenso, aprire strade diverse, farebbe disperdere la folla di sostenitori che ha incanalato in una via a senso unico.

Non gli sarebbe di sostegno citare che sul suo weblog c'è chi lo contesta, anche con ragioni valide, da porre nella discussione: l'importante è che facciano gruppo, massa. Nello spettacolo è chiaro, limpido, quando dice che la sua pagina web è fra le più consultate al mondo.
Piega i numeri, sotto la fucina della telecamera: più mi leggono, più ho ragione. Non conta ovviamente fra i frequentatori quelli che possano esserne detrattori.
Internet come pianeta libero, alternativo. Mentre ci arringa su Telecom Italia, rea di aver spiato i propri utenti, non ci spiega come si possa arrivare a contare il numero di utenti che leggono il suo weblog. Perché il metodo è lo stesso che per Telecom, il modo per spiare gli accessi web: nel suo caso è una giusta causa.
Allo stesso modo, chi legge qui il mio weblog viene spiato nelle sue preferenze da Google, proprietaria del servizio Blogger.
Dettagli.

Se vi capita, ditelo a questo signore, che porta tante novità, raccontandoci storie vecchie con mezzi nuovi: rischiano di essere tutte novità insignificanti.
Vi auguro piuttosto d'iniziare questo ulteriore ciclo del pianeta con novità buone e concrete.

Nessun commento: