venerdì, maggio 19, 2006

Balle milionarie

Come sempre, ho una certa insofferenza verso le notizie di scandali eclatanti, e in questo mi trovo d'accordo con il sig. Beppe Grillo, che nel suo weblog esprime un concetto analogo.
Ora, l'osservazione che si può fare, è di chiedersi quanto lui si discosti dai giornalisti che tanto aborre e maledice, nell'invettiva.
In fondo anche lui è in continua ricerca degli scandali da denunciare, e può raccontarci di farlo per puro senso del dovere verso i cittadini, ma in fondo è la stessa cosa che dicono tutti i giornalisti.
Solo che non conta granché il suo parere. Meno dei giornalisti, che titolano sui quotidiani o sui mezzi televisivi. Sovverte un po' di opinione pubblica, che in fondo serve a mantenere il senso di vitalità, di falsa reazione dei cittadini ai soprusi. Possiamo darci delle gran pacche sulle spalle, dicendo "hai visto come Grillo ha smascherato questa e quella vicenda?", ma quel che è evidente sono i mancati risultati pratici.
E questo è confortante per chi amministra attività e affari che godono di soprusi e illegalità. Giusto un pochino di libertà di lamentela, distribuita con magnanimità: basta da sola a far sentire tutti meglio, senza cambiare niente.

Il tema originario però era un altro.
Si trattava di una riflessione su quella situazione sconfortante in cui si sono trovati gl'italiani, di recente, rispetto allo sport nazionale -- degli uomini in calzoncini corti che prendono a calci una palla sferoidale.
Dopo decenni di operazioni milionarie (in Euro), di cui nessuno si faceva sorpresa, pare che l'italiano medio si sia sorpreso del fatto che dietro potessero esserci illeciti.

Capisco che i risparmiatori affidatisi ai bond Parmalat fossero finiti ingannati, del resto avevano chiesto garanzie a istituti finanziari che si spacciavano per esperti, e sembravano esserlo a tutti gli effetti.
Ma cosa può mai aver messo in testa agli italiani, che dietro a un fenomeno come il giuoco del calcio fosse tutto limpido?
L'idiozia più eclatante è che qualcuno potesse esserne sorpreso, così come pare accadere continuamente. Ma forse ci viene solo raccontato: magari in realtà l'italiano medio, il senso di realtà del paese, è d'intelligenza superiore ai giornalisti?

Ci sono poi altri risvolti curiosi, nel senso tutto italiano di giustizia ed equità.
Ponetevi in qualsiasi contesto di dialogo, anche con persone del tutto sconosciute, e azzardate una frase generica sulla corruzione dei politici, sui soldi facili, sul peculato (incluse citazioni ai vari sport). Molto probabilmente, una percentuale alta d'interlocutori, annuirà, magari rincarando anche la dose.
Insomma, tutti sanno. Siamo tutti persone informate sui fatti, come si direbbe in gergo legale.
Eppure nessuno vuole crederlo. Si riesce a dire facilmente che il politico, il calciatore, e quanti altri, sono dei profittatori, degli imbroglioni. Ma non si vuole davvero scoprirlo così. Ci piace sperare in una favola, da veri fautori di un'ipocrisia vergognosa.
Come qualcuno che per il gioco delle palle da calciare ama mettercene di proprie.

Al contrario dell'articolo di Grillo, non lancio anatemi su chi sfrutta questo fenomeno. Ci tengo anzi a complimentarmi con chi riesce a far vendere i propri giornali, a far seguire le proprie televisioni, con argomenti stantii: altrove avrebbero annoiato, ma qui da noi dimostrano come il vero affare siano le balle, quando sono milionarie.

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