lunedì, aprile 07, 2008

Alternative all'energia

Le problematiche ambientali stanno stimolando sempre di più i dibattiti sui metodi di produzione dell'energia, soprattutto quella elettrica.
Avevo già scritto di recente qualcosa sulla produzione elettrica, per citare alcune evidenti incongruenze. Un programma televisivo, a cui ho assistito casualmente lo scorso sabato, mi ha riportato a riflettere su altre palesi stonature, che spesso osservo.

L'energia da fonti rinnovabili è sicuramente interessante, per come si propone, ovvero per inesauribile nella scala dei tempi umani.
Il dettaglio che spesso appare trascurato, evitato, ignorato, è la chiave per il vero utilizzo di queste energie: come le convertiamo in qualcosa di utilizzabile per gli scopi umani?
L'illuminazione solare ci fornisce una buona fetta di energia, ma visto che non ce ne serviamo (come umani) per la fotosintesi, come si converte in un'altra forma?
Ormai hanno un po' tutti chiaro che esiste una qualche forma di pannelli solari, mentre è molto meno chiaro da dove vengano e cosa ci portino. Già sul secondo punto, la differenza sui pannelli solari termici e quelli fotovoltaici va spesso chiarita.
La forma di energia più versatile che sappiamo sfruttare è senza dubbio quella elettrica: la riconvertiamo in luce, caldo, freddo, moto, per non parlare delle applicazioni informatiche e di controllo, anche per altre forme di energia.

E' bello avere energia elettrica dalla luce solare? E' senz'altro stupendo, ma cosa ci costa?
Perché parlare di produzione a costo zero è assai grossolano.
Il pannello solare ha un costo, non indifferente, in termini economici ed energetici. Sì, perché produrre un pannello solare fotovoltaico costa anche energia. Il processo industriale, in cui si parte da un materiale che può essere a basso costo, come la sabbia silicea, è piuttosto complesso e dispendioso. Ci sono trasformazioni chimiche e fisiche, operazioni di precisione e controlli particolari. Evidentemente non ha un costo zero.

Qualcuno può obbiettare che in fondo conta il rispetto ambientale, per cui la produzione di energia elettrica dal sole è qualcosa di ottimale.
Vero. Se sei una pianta o un arbusto. Assai meno se sei un pannello solare.
A parte l'industria che lo produce (e che immette nell'ambiente quelle sostanze che si vogliono evitare, con un curioso mordersi la coda), ci sono altri due fattori: la vita utile e la manutenzione.
La vita utile del pannello solare non è infinita, in una ventina d'anni ha magari ridotto il suo rendimento (già basso in origine) a valori troppo bassi per essere utile.
Le stime ascoltate in televisione, e da chi ne parla come grande opportunità, dicono che in Italia ci vogliano una decina d'anni per ammortizzare il costo d'installazione. Ovviamente con tanto di incentivi statali: pagandoli interamente di tasca propria chissà quanto ci vuole. Rimangono quindi una decina d'anni in cui godersi l'energia "gratuita", la metà del ciclo vitale del pannello.
E quale può essere mai la manutenzione a cui mi riferivo?
Il pannello in sé non ne necessita, ma il pannello non è l'intero sistema. L'impianto completo necessita anche di batterie, che accumulino l'energia per sfruttare il suo livello medio (anziché avere corrente elettrica solo se c'è il sole splendente, e mai di notte o quando rannuvola).
Le batterie ad alta energia e ottima resa per questi usi sono tipicamente del tipo al piombo/elettrolita. La loro vita utile è di qualche anno, dopodiché non dovranno essere solo sostituite, ma anche smaltite e riciclate correttamente, vista l'elevata tossicità ambientale del piombo. Quanto costa in termini ambientali ed economici?

Tutto questo non significa certo che l'energia solare sia da scartare. Va sicuramente promossa, ma con il primo obbiettivo verso un suo sfruttamento migliore.
Sotto il sole che ride, come il simbolo di alcuni noti movimenti politici, ci sono nuvoloni piuttosto neri.

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